Premessa: chiariamo subito una cosa, questo non è, e non vuole essere, un post di insulti gratuiti. Piuttosto cerca di essere una disamina, forse per alcuni versi anche ingiusta, di una situazione che si tira avanti da troppo tempo. Una critica si, ma si spera anche costruttiva. Io non odio la Rai (anzi!), ne ho rancori personali verso qualcuno in particolare. Anche perchè non conosco nessuno di persona e, pensate un pò, mi piacerebbe lavorare in quella redazione. Probabilmente con i dovuti distinguo. Quindi, ripeto, questo post non è la solita sequela di insulti, ma un accorato appello di un amico che vede un compagno in difficoltà. L’amico, quello vero, non fa finta di niente, non fa lo yes man. Anche a costo di risultare antipatico, l’amico cerca di far notare al compagno in difficoltà gli sbagli, provando a trovare una soluzione. Con estrema umiltà, ma lucida analisi.
Perchè può essere che io abbia dei pregiudizi, e può essere che, come me, li abbia anche qualcun altro. Ma quando quel “qualcun altro” diventano migliaia di persone, diventano gruppi e pagine su Facebook, forum, siti e video su Youtube, quando quel “qualcun altro” prende le sembianze di giornali e settimanali di punta, delle firme motoristiche più famose, quando quel “qualcun altro” diventa pensiero comune, beh, allora, forse qualcosa che non va c’è davvero.
E gli esempi sono tanti, e sempre più lampanti. Pietra dello scandalo, anche perchè più in vista, è il gruppo di lavoro della Formula 1. Fatti salvi Giovanelli e Bruno (l’ingegnere…), Mazzoni, Capelli e la mitica Stella Bruno non godono esattamente delle stime degli appassionati. E a quanto pare non solo. La dimostrazione? I social network. Twitter in particolare, senza andarci a perdere nei meandri di Facebook. Stella Bruno, ad esempio, criticata dagli appassionati del motorsport per le sue interviste e la sua lacunosa conoscenza dell’inglese, si è trovata più di una volta involontaria protagonista dei tweets di Paul Hembery, gran capo della Pirelli ai GP. Lo stesso che intervista ogni domenica prima di un Gran Premio.
“@ErgoSylar: I’m following @PaulHembery because he’s great: he can listen to Stella Bruno every Sunday without killing her. #respect” 🙂
“@a_bellino: @PaulHembery Can’t wait for the next race to see you winning Stella Bruno over again… 😀 #cheers” Sei un amico…
“@MarcoDiMarc: @PaulHembery how can u survive to the questions of Stella Bruno during the races?:-)” Bella …
Sono tutti cinguettii presi dal profilo di Hembery. E come dimenticare, poi, Valencia 2011: “Oggi bella giornata, perfino tu sembri bella!!“ la risposta, sempre di Mr Pirelli, all’ennesima identica domanda domenicale sulle gomme della nostra Stella in piena diretta televisiva. Uno scherzo mi si dirà, può darsi. Magari come scherzose erano quel paio di risposte, col sapore dello sfottò, di Nico Rosberg l’anno scorso, sempre dirette alla nostra inviata. Può darsi, per carità, ma tra il celeberrimo “Zermiani non rompere i coglioni” di piquettiana memoria e tutto questo, credo che un pò di differenza ci sia… Non fosse altro che i tweets sopra riportati fanno il paio con queste risposte e allora forse qualcosa non torna.

Idem per la SuperStars, con dirette e differite mandate in onda a caso senza avvertire gli spettatori, in modo tale che, a meno di non voler passare l’intera giornata davanti alla tv, ci si perde comunque la gara. Ma quel che è peggio è che a lamentarsi non sono io che faccio il telespettatore da casa, ma piloti e team manager che corrono nella serie e che, in teoria, dalla TV dovrebbero trarne vantaggio. Un pilota della SuperStars, di cui ovviamente non posso fare il nome ma è di quelli in vista, mi ha riferito che il telecronista si presentò l’anno scorso nel paddock di Monza disperato cercando di reperire informazioni su di una serie di cui ignorava l’esistenza fino a poco prima, e di cui, di li a poco, avrebbe dovuto narrarne le gesta in tv. E poco dopo, io e il pilota in questione, ma anche tanti altri telespettatori da casa, abbiamo avuto il sospetto che fosse anche la prima gara di auto che vedesse in vita sua. Rimarrà negli annali il sorpasso effettuato raccontato come doppiaggio subito (in una gara turismo da mezz’ora scarsa….). E non che la cosa sia migliorata di molto col tempo, eh.
Eppure non tutto è da buttare, anzi! Poter godere di F1, Gp2, SuperStars, Gt Sprint, Gp storici, Formula 3 Italiana, Formula Abarth e kart non è roba da poco. Per questo c’è da fare un plauso grande come una casa alla Rai per l’impegno. Ma l’impegno non può fermarsi alla trasmissione delle immagini, bisogna valorizzarle, serve dedizione. Internet offre Facebook, Twitter, blog, siti che possono raggiungere moltissima gente, attrarre spettatori, informarli, a costo zero o quasi. Avere tutto questo ben di Dio e non fare pubblicità è controproducente, non permette di rientrare degli investimenti fatti. Possibile che neanche la Formula 1 abbia uno spot in tv per far conoscere al pubblico gli orari dei Gp? E dov’è il sito con i report delle gare e il palinsesto per vederle?
Immagino che lavorare in Rai non sia semplice e che i fondi sono quelli che sono, però credo che qualcosa in più si possa e bisogna fare. Ad esempio, l’anno scorso erano fatte bene le dirette dell’italiano rally, con commentatori padroni della materia e c’era anche il giro sulla speciale con Campedelli. Piccole cose che fan sempre piacere.

mpalumbo@motorsportrants.com