E’ finalmente iniziata la Dakar 2014 con la prima tappa da Rosario a San Luis, niente passerelle o avvio facile, si è fatto subito sul serio. Che ci sarebbe stata battaglia era abbastanza chiaro dalla vigilia, l’ordine di arrivo di questa speciale ne è dimostrazione con tre marchi diversi ai primi tre posti.
A vincere la speciale è stata la Honda di Barreda Bort precedendo di 37 secondi la KTM di Coma e 1’40” la Yamaha di Despres, quarto è un altro marchio, la Sherco di Duclos e quinta la Honda di Goncalves; al sesto posto Lopez Contardo con la sua KTM, poi Pedrero su Sherco, Metge su Yamaha e Sunderland su Honda, buon decimo posto per il nostro Botturi e la sua SpeedBrain. Gli altri italiani meglio piazzati oggi sono stati Ceci 31°, Toia 58° e Viglio 62°.
Tra le auto ci è scappata la prima sorpresa, ovvero la vittoria della speciale da parte dell’Haval di Sousa. Il portoghese si è messo dietro tutto l’esercito delle favoritissime Mini, giunte seconda, terza e quarta rispettivamente con Terranova a 11 secondi, Al Attiyah a 47″ e Roma a 1’15”, quinto Carlos Sainz col suo Buggy SMG a 4’03”, poi altre due Mini, di Peterhansel e Holowczyc entrambi a 4’21” Ottavo l’Haval di Lavielle, nona la Toyota di Poulter e decima la Ford di Van Loon.
Tanti problemi sin dall’inizio per molti dei protagonisti più attesi, fra questi a Peterhansel è andata meglio di tutti perdendo “solo” poco più di 4 minuti per una foratura; ben 15 i minuti persi dalla Toyota di De Villiers, peggio è andata a Baldwin e Chicherit che hanno perso rispettivamente 52 minuti e 1 ora e 18. Ha perso oltre 2 ore la Ford di Alvarez mentre per Robbie Gordon e il suo Hummer disastro completo, arrivato al traguardo dopo ben 2 ore e 28 minuti.
Nei camion successo per il Kamaz di Mardeev, secondo il Tatra di Loprais, terzo il Man di Van Vliet, chiudono la top5 l’Iveco di De Rooy e il Kamaz di Nikolaev.
In conclusione, la grande sconfitta di questa prima speciale è l’affidabilità americana. Con quasi tutti i mezzi a stelle e strisce che hanno pagato grossi ritardi a causa di problemi, proprio su questo una piccola chicca, la Panda del nostro Giulio Verzelletti è arrivata con 1 ora di ritardo dal vincitore Sousa, tuttavia può vantare 18 minuti di vantaggio sullo Chevy di Chicherit, 1 ora e 5 minuti sulla Ford di Alvarez e 1 ora e 8 minuti sull’Hummer di Gordon. Italia batte Stati Uniti, almeno per oggi.
Matteo Mozzanica