A cura di Ermanno Frassoni
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[dropcap]U[/dropcap]n bell’inizio, non c’è che dire. Alla vigilia di Sakhir, un’edizione annullata nel 2011 a causa dei disordini da «primavera araba» esplosi tra sunniti (al potere) e sciiti, dalle parti di piazza della Perla, fulcro della capitale Manama, non distante dalle tribune del Bahrain International Circuit, risuona l’eco del terremoto in Iran, percepito fino a qui, e soffia il vento delle proteste contro la dinastia Al Khalifa. Gli alcolici sono vietati e sul podio i piloti brindano con le magnum di Waard, un drink a base di acqua di rose. A queste latitudini farebbero faville lo spumante «alcohol free» e lo spritz analcolico di Isabella Spagnolo, ex modella ora a capo di una «cantina» trevigiana, anche se tra le palme del deserto il caldo è secco (ma si è vista pure la pioggia) e l’attenzione dei locali risulta tiepida se non svogliata. In pista le new entries del venerdì sono Kovalainen (Caterham) e Gonzalez (Marussia), eppure le dune celano ben altri soggetti quali Gabriella in Maldonado, Jacques Villeneuve in Sky e un van der Garde «che ha qualcosa che si muove tra le gambe» (cit. telecronaca Rai). Un po’ di pazienza, Europa, stanno (stiamo) arrivando!